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Pallacanestro Brescia: 25 anni di storia iniziata per gioco e giunta al titolo di campioni d’inverno - parte 3

La terza parte di questa emozionante storia racconterà la stagione 2008-2009, quando la Serie B Eccellenza diventa Serie A Dilettanti e quindi il primo ingresso nel basket che conta e la stagione 2009-2010 quando torna la pallacanestro a Brescia dopo 13 anni.

Stagione 2008-2009: siamo in Serie A (quasi)

È proprio in questo anno che la Serie B Eccellenza diventa Serie A Dilettanti, il livello di non professionismo più alto del basket italiano. Siamo quindi entrati nel basket che conta, dove si gioca sul serio.

Beh, non che fino a questo momento avessimo scherzato, ma lo spirito di gioco e di sfrontatezza con il quale avevamo iniziato doveva sostenerci in sfide molto più ardue di quelle già affrontate.

Scaldiamo quindi i motori per questa nuova stagione come Ju.Vi. Cremona Basket: a guidare il gruppo come capo allenatore c’è sempre Dario Adami e vengono riconfermati Eda Degli Agosti e Andrea Conti, ai quali si aggiunge il primo grande colpo di mercato: Paolo Conti, fratello di Andrea, giocatore di carattere ed esperienza con alle spalle una presenza importante nella Nazionale italiana.

Riuniti i fratelli Conti aggiungiamo il playmaker Mauro Quaroni e il vice Marcello Filattiera, oltre alla conferma del giovane Alessandro Mancin. All’ossatura della squadra serve anche il nuovo: per questo arrivano i giovani Daniele Grilli e Andrea Negri, oltre all’ala alta esperta Davide Cristelli.

Come si dice quando il percorso non è proprio una passeggiata? Ah sì, accidentato.

Ecco, diciamo che le nostre partite rientrano tutte in questa definizione, ci mettono a durissima prova e ci spingono ad usare tutte le nostre risorse, fisiche e mentali.

In particolare ricordo la battaglia contro Forlì, dove al termine del secondo quarto di gioco il tabellone segnava un tristissimo 66 a 33 a favore dei padroni di casa. Una vera debacle, memorabile.

Il nostro cammino prosegue tra alti e bassi, ma galleggiamo sempre nella parte bassa della classifica. È in questo momento che il nostro direttore generale all’epoca, Ario Costa (arrivato da Napoli, dove era fallita la società), decide una mossa di rottura: cambiare l’allenatore.

L’occasione è una sfortunatissima partita per coach Adami ad Omegna: in vantaggio di 15 punti, la Ju.Vi. viene sconfitta dopo il secondo tempo supplementare, con 4 tiri liberi sbagliati da Mancin. Un vero peccato, ma forse il segnale che qualcosa andava cambiato per poter continuare senza farsi troppo male.

Con il nuovo coach Furlani e l’acquisto dell’italo-americano Ryan Bucci, giocatore eccezionale, la squadra comincia ad inanellare una serie di vittorie che la tirano fuori dalla pericolosa linea del fondo classifica.

Ma la sfortuna sembra avere un eccessivo occhio di riguardo nei nostri confronti: Bucci riporta una distorsione della caviglia durante uno scontro in allenamento con un ragazzo del settore giovanile e l’infortunio lo costringe lontano dal parquet per circa un mese.

Senza Bucci, la squadra purtroppo incassa tre sconfitte di fila; sfioriamo i play off, perdendo una combattutissima partita contro Vigevano, che in quell’anno verrà poi promossa in Lega 2, e dobbiamo quindi batterci nei play out.

La squadra, corretto il tiro e tornata solida, si dimostra all’altezza della sfida: vince la serie contro Vado Ligure e viene riconfermata in A Dilettanti.

Il 2009 è però un anno molto particolare nella vita del basket cremonese: la Ju.Vi. Cremona Basket gioca il campionato di A Dilettanti, mentre la seconda squadra della provincia, il Gruppo Triboldi Basket Soresina viene promosso in A1 sotto la guida di Stefano Cioppi.

Cremona diventa una piccola basket city italiana con una squadra in A1 e una in A Dilettanti; per questo le due compagini cercano, durante l’estate, di unire le forze per creare un’unica realtà cestistica che avrebbe preso il nome di Ju.Vi. Gruppo Tiboldi Basket. Le premesse sembrano buone, ma viene posta una condizione: la squadra con il titolo inferiore avrebbe dovuto cederlo.

Avviene così che il titolo della Ju.Vi Cremona Basket passi a Brescia; questo ha effetto anche sul mio ruolo, dal momento che ero impegnato con la fusione con Soresina, perciò il titolo sportivo viene raccolto come presidente da Graziella Bragaglio (mia moglie), forte dell’esperienza già maturata nel mondo della pallacanestro con la Virtus Brescia.

Nasce così il Basket Brescia Leonessa nel giugno 2009 e inizia a concretizzarsi un progetto molto interessante…

2009 – 2010: parte l’avventura a Brescia

A Brescia mancava la pallacanestro da 13 anni e non c’erano strutture all’altezza, perciò portarci di nuovo una squadra era quasi un’impresa al limite dell’irrealizzabile.

Ma io, Graziella (che è la presidente e lo è tutt’oggi) e Ario Costa siamo dei sognatori e crediamo che questo progetto, anche con questi presupposti tutt’altro che rosei, possa avere un futuro. Quando l’allora sindaco di Brescia Adriano Paroli ci convoca e ci dice che se avessimo portato a Brescia il titolo di A Dilettanti di Cremona avrebbe trovato il modo di aiutarci nell’impresa.

A giugno del 2009 è giunto il momento di organizzare la squadra, compito che spetta ad Ario Costa. E bisogna farlo in fretta perché non manca molto all’inizio del campionato. Dall’esperienza di A Dilettanti portiamo il coach Furlani e un unico giocatore, Mauro Quaroni, che diventerà il primo storico capitano della rinascita del basket a Brescia.

Costruiamo subito una squadra forte per entrare con il piede giusto in questa nuova fase della nostra avventura. Prendiamo il play/guardia Matteo Rossetti, l’argentino Bernardo Musso, giocatore di grandissimo talento che già militava in Italia da qualche anno, e l’allora giovane emergente Nicholas Crow. A questo gruppo si aggiungono giocatori esperti e di grande carattere come il “totem” di scuola Armani Paolo Alberti; l’ala alta tiratrice Massimo Rezzano, detto “lo zio”; Federico Maiocco e il lungo Damiano Verri. A completare il reparto dei giovani del Basket Brescia Leonessa arrivano infine il playmaker di scuola napoletana Roberto Maggio e i due gemelli bresciani Sandro e Davide Marelli, che nei tre anni precedenti avevano giocato nelle giovanili dell’Armani Jeans Milano e avevano già debuttato in serie A. In corsa acquistiamo dalla Benetton Treviso anche il lungo polacco Jakub Mariusz Wojciechowski.

Prima del vero e proprio esordio nel campionato però ci aspetta un altro impegno: il trofeo Bresciani a Bergamo, che vinciamo. Ho ancora la foto ricordo di quella giornata, fatta con gli unici due tifosi al seguito della squadra che esibivano uno striscione con su scritto “Noi ci crediamo”. Beh, anche noi ci credevamo, anche se nell’esordio casalingo di campionato, il 27 settembre 2009, contro Trento, a osservare dagli spalti c’erano solo 300 o 400 persone!

Quella partita la vinciamo 73 a 53 ma ci siamo comunque chiesti “Avrà senso questo progetto?”.

La risposta a questa domanda l’abbiamo avuta qualche anno dopo in Gara 5 per la vittoria e la risalita in A1 contro la Fortitudo Bologna: 7000 presenze e “Scommessa vinta!”.

Due mesi dopo avviene un’altra piccola rivoluzione: il Basket Brescia Leonessa viene “griffato” Centrale del Latte Brescia del presidente Franco Dusina.

La squadra prosegue il suo cammino disputando un buonissimo campionato. Arriviamo in zona playoff: giochiamo bene e ci giochiamo tutto, ma perdiamo in Gara 3 contro la Paffoni Omegna, di sicuro la più esperta in campo; la nostra scalata si ferma al quinto posto, dopo un campionato impegnativo e che ci ha messo davanti anche ai nostri limiti, ma che ha contribuito a riaccendere a Brescia il sacro fuoco della pallacanestro.

I nostri ragazzi avevano solleticato un entusiasmo che aveva trovato subito terreno fertile in quella passione soltanto un po’ assopita: poche scosse, e si era risvegliata come dopo un sonno ristoratore, pronta per riesplodere e far innamorare una città intera.